Famiglia Yesua

Famiglia Yesua
Le pietre sono state posate il 7 febbraio 2023 dinanzi al municipio di Tizzano Val Parma

David Yesua, la moglie Jenni Ben Aron e i due figli, Carlotta e Alessandro, giunsero a Tizzano Val Parma nel dicembre 1941 come internati liberi, dopo essere fuggiti dalla loro terra natale. In seguito all’occupazione nazista di Belgrado, infatti, per scampare alle persecuzioni dei tedeschi, avevano trovato rifugio a Spalato, città allora sottoposta al controllo italiano. Lì speravano di trovare migliori condizioni di vita, ma si sbagliavano: per alcuni mesi soggiornarono in campi profughi sovraffollati e, dopo un breve periodo, furono inviati dalle autorità italiane a Tizzano Val Parma, dove vennero sottoposti al cosiddetto internamento libero. Si trattava di una forma di detenzione alternativa ai campi, che prevedeva rigide norme repressive: gli internati dovevano presentarsi tre volte al giorno presso gli uffici comunali per apporre la firma di presenza; non potevano tenere con sé passaporto e documenti; non potevano varcare il perimetro comunale, a meno che, per motivi eccezionali, non fosse stato loro concesso dalla Questura un foglio di via; in certe ore del giorno e della notte non potevano uscire di casa; non potevano parlare di politica né possedere radio; non potevano ricevere visite dei familiari senza un apposito permesso della Questura. La vita della famiglia Yesua, già gravemente compromessa dall’internamento, subì un ulteriore sconvolgimento il 30 novembre 1943, il giorno in cui Guido Buffarini Guidi, ministro dell’Interno della RSI, firmò l’ordine di polizia n. 05, che prevedeva l’arresto di tutti gli ebrei residenti in territorio italiano e il loro internamento in campi provinciali. Tra il 30 novembre 1943 e i primi giorni di dicembre tutti i membri della famiglia Yesua furono arrestati a Tizzano Val Parma. David fu internato nel campo di Scipione, mentre la moglie e i due figli furono inviati nel campo di Monticelli Terme. 

L’internamento nei campi provinciali non fu affatto facile, soprattutto per Jenni Ben Aron, che iniziò a soffrire di disturbi al sistema nervoso e arrivò a chiedere al Questore di Parma di concedere il trasferimento del figlio Alessandro nel campo di Scipione, dove si trovava al padre, poiché non riusciva più a prendersene cura: così si legge nella lettera di Jenni (datata 20 febbraio 1944): “Mi onoro di chiedere che mio figlio Alessandro Yesua sia trasferito al campo di Scipione di Salsomaggiore, dove si trova mio marito e padre di lui, Davide Yesua, prima che io venga sottoposta alla visita medica che pure richiedo con la presente istanza per disturbi al sistema nervoso che mi danno continue, notevoli sofferenze”. Non si conosce la risposta del questore, ma quanto avvenne in seguito fa presupporre che la richiesta della donna non sia stata accolta. Solo venti giorni dopo l’invio della lettera, il 9 marzo 1944, infatti, sia David, sia Jenni e i figli, furono trasferiti nel campo di Fossoli. Lì, dopo tre lunghi mesi, la famiglia Yesua poté ricongiungersi. La gioia di quell’istante fu effimera: il 5 aprile David, Jenni, Alessandro e Carlotta furono tutti deportati ad Auschwitz. Alessandro, ancora un bambino, fu assassinato subito, il giorno stesso del suo arrivo nel lager polacco: era il 10 aprile. I genitori e la sorella inizialmente furono risparmiati, ma poco dopo subirono lo stesso destino di Alessandro: morirono tutti e tre – in data ignota  – ad Auschwitz.