Le sorelle Fortunata e Libera erano nate a Busseto negli anni Sessanta dell’Ottocento: Fortunata nel 1869, Libera nel 1863. Erano solo due delle cinque figlie di Davide Levi, il quale, a conferma della propria fedeltà agli ideali del Risorgimento, decise di chiamare le proprie figlie Italia, Libera, Fortunata, Dina e Lavole, richiamandosi al motto “Italia libera e fortunata Dio la vuole”. Fortunata e Libera vennero arrestate, entrambe molto anziane, nella loro abitazione in via Nino Bixio n. 116, nel quartiere dell’Oltretorrente, il 21 luglio 1944, sotto gli occhi di molti passanti. Secondo un rapporto di polizia, nei giorni successivi militari delle forze armate germaniche sarebbero tornati nell’appartamento per sottrarre i mobili e le suppellettili della famiglia: letti, cuscini, tavolini, lenzuola, persino materassi.
Le sorelle Levi furono deportate prima a Fossoli, poi trasferite nel carcere di Verona e infine nel campo di sterminio di Auschwitz. Lì morirono, il 6 agosto dello stesso anno, proprio il giorno del loro arrivo in Polonia.
Fonti:
- M. Minardi, Invisibili. Internati civili nella provincia di Parma, 1940-1945, Bologna, CLUEB, 2010, pp. 191-192, 378.
- Archivio di Stato di Parma, Quest., Gab., fondo “Ebrei”.
- Scheda “Casa Levi, via Nino Bixio 116” disponibile sul portale Resistenza mAPPe: http://resistenzamappe.it/parma/pr_cancellazione/casa_levi.
- Banca dati relativa agli ebrei vittime della persecuzione e deportazione dall’Italia fra il 1943 e il 1945 consultabile sulla piattaforma digitale “I nomi della Shoah” realizzata dal CDEC, “Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea”.