Come nel caso di Enrico Della Pergola, in molti casi per sfuggire all’arresto alcuni ebrei decisero di espatriare. Tra questi casi anche quello della famiglia Vigevani, che si può annoverare tra quelle dei “salvati”. Nell’ottobre ’43 Rolando Vigevani, avvocato ebreo, aveva 40 anni. Era sposato con la giovane Enrica Amar, di 21 anni, e insieme avevano un figlio, Tullo, di appena un anno. Anche grazie all’allora pretore di Fornovo Pellegrino Riccardi riuscirono ad espatriare, riparando in Svizzera insieme ai giovani Giacomo e Umberto Bassani, Aristide Foà e all’avvocato Giacomo Ottolenghi. Riccardi, magistrato e antifascista, oltre a fornire documenti falsi organizzando l’espatrio per numerosi ebrei, per mesi protesse e nascose il figlio della coppia, fino a quando non fu possibile per lui, a situazione stabilizzata, raggiungere i genitori nel febbraio del 1944. Il pretore aveva agito prelevando i moduli per falsificare i documenti nel cassetto del segretario comunale di Fornovo e chiedendo ad un tipografo di fabbricargli i timbri. Si appoggiò inoltre ad una rete di collaboratori disposti ad aiutarlo nell’organizzazione del viaggio dei suoi assistiti. Tra questi diversi avvocati parmigiani e in particolare il professor Aurelio Candian.
A guerra conclusa, i Vigevani e le altre famiglie parmensi rifugiate con loro fecero ritorno a Parma. Il 7 novembre 1989 Riccardi (1905-1995) fu riconosciuto come “Giusto delle Nazioni” dallo Yad Vashem di Gerusalemme.
Video-racconto è stato realizzato dagli studenti della 5°F della scuola primaria "Collodi" di Fidenza: