Emilio Soncini

Emilio Soncini
Pietra posata il 27 gennaio 2024 in viale Cocconi 30, Parma.

Emilio Soncini nacque a Parma il 30 maggio 1915. Di mestiere ambulante, fu arrestato il 30 giugno 1944 da alcuni militi fascisti e condotto prima nelle cantine dei bagni pubblici, poi nelle caserma di Vicopò. Non è chiaro il motivo della sua cattura, dai documenti pare egli fosse ritenuto un sovversivo. Sicuramente, fu rastrellato con lo scopo di essere inviato in Germania come lavoratore coatto: negli stessi giorni, non a caso, nelle zone dell'Appenino parmense reparti tedeschi coadiuvati dai fascisti mettevano in atto l'operazione Wallenstein, che tra le varie cose, aveva proprio l'obbiettivo di reclutare forzatamente migliaia di civili da inviare come manodopera nel Terzo reich.

A Vicopò, dove avevano sede gli uffici per il reclutamento di manodopera per il reich, Soncini fu detenuto assieme ad altri uomini per alcune ore. Leopoldo Bonazzi, compagno di prigionia di Soncini, così ricorda quei momenti:

Appena giunti a Vicopò ci misero in uno stanzino, ma dopo dieci minuti ci obbligarono ad alzarci mettendoci uno per camera; ci bastonarono a sangue perché ritenuti pericolosi sovversivi. Io perdetti i sensi, poi verso le ore 23 ci portarono a Suzzara, ma durante il viaggio per ben tre volte tentarono di ammazzarci.

A Suzzara furono internati in un campo di transito, poi furono inviati a Verona, Wurzen e infine a Magdeburgo. Qui Soncini, che mostrava ancora forti i segni delle violenze subite a Vicopò e durante la deportazione, fu ricoverato all'ospedale. Data la sua condizione di salute, fu fatto rimpatriare a Parma, dove morì alcune settimane dopo, a causa delle angherie subite.