Natan e Avram Baruch erano i due figli di Zdravko e di Rosa Icosua, ebrei Jugoslavi: Natan nacque a Šabac (Serbia) il 23 luglio 1905, mentre Avram nacque a Babiči (Bosnia) il 17 gennaio 1911.
I due fratelli, in seguito all’invasione e all’occupazione della Jugoslavia, nell’aprile 1941, da parte delle forze dell’Asse, per sfuggire alle persecuzioni dei nazisti e al rischio di deportazione, decisero di fuggire dalla loro terra e si diressero verso la costa dalmata, regione occupata dall’esercito italiano, nella speranza di trovare migliori condizioni di vita. Dopo l’arrivo a Spalato, Natan e Avram, profughi in territorio straniero, in breve tempo furono trasferiti dalle autorità italiane nel Comune di Mezzani dove, a partire dal dicembre 1941, si stabilirono e vissero secondo i rigidi limiti imposti dalla loro condizione di “internati liberi”.
Il 4 dicembre 1943 i due fratelli furono arrestati a Mezzani dai tedeschi ed internati nel campo di Scipione; così Ines Pardini, una cittadina di Mezzano inferiore, ha rievocato la vicenda dell’arresto dei Baruch e degli altri “internati liberi” di Mezzani: “Sono venuti, comunque, a prenderli di notte. So che il mattino ci siamo svegliati e ci hanno detto che erano venuti giù i tedeschi, ma alcuni erano scappati […]”.
Durante la loro reclusione nel castello di Scipione ebbe luogo un episodio molto indicativo della salda rete di solidarietà che si era creata tra i cittadini del Comune di Mezzani e la comunità di ebrei stranieri “internati liberi” nel paese: come è attestato da una denuncia depositata da un uomo appartenente alla Guardia Nazionale Repubblicana di Salsomaggiore, tre donne provenienti da Casale e da Mezzano Inferiore (Almerina Gaita, Mafalda Gemmi – incinta – e Maria Montali) si recarono al castello di Scipione e fecero visita a Misca Alkalay, Natan e Avram Baruch. La ragione di un così lungo tragitto è da ricercare nella loro volontà di far fuggire i tre uomini: il soldato fascista nella denuncia rivelò infatti che le tre donne - una delle quali lo conosceva - gli avevano chiesto di ricercare una persona che, dietro un compenso di 20000 lire, fosse disposto a far fuggire i tre internati; il loro progetto, purtroppo, non ebbe esito positivo: nonostante lo sforzo profuso dai mezzanesi, Misca, Natan e Avram furono infatti trasferiti a Fossoli, dove giunsero il 9 marzo 1944.
Il mese successivo i due fratelli Baruch furono fatti salire sul convoglio n. 9, che il 10 aprile 1944 li condusse ad Auschwitz-Birkenau. Lì Natan e Avram si separarono per sempre e a dividerli fu la morte di uno dei due: Avram morì nel campo in data ignota, mentre Natan riuscì a salvarsi e a sopravvivere alla deportazione.
Fonti:
- Banca dati relativa agli ebrei vittime della persecuzione e deportazione dall’Italia fra il 1943 e il 1945 consultabile sulla piattaforma digitale “I nomi della Shoah” realizzata dal CDEC, “Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea”.
- Database “Ebrei stranieri internati in Italia durante il periodo bellico”, a cura di Anna Pizzuti.
- Banca dati “Deportati dal parmense”, disponibile nel portale “Parma ‘900” realizzato da ISREC Parma.
- M. Minardi, Invisibili. Internati civili nella provincia di Parma, 1940-1945, Bologna, CLUEB, 2010, pp. 173-174, 203-204, 241, 279.
- M. Minardi, Tra chiuse mura. Deportazione e campi di concentramento nella provincia di Parma 1940-1945, Montechiarugolo, Comune di Montechiarugolo, 1987, pp. 114, 127-128.