Sergio Larini, nato a Parma il 29 dicembre 1921, combatté a Cefalonia, sul fronte greco, nel 33° Reggimento Artiglieria della Divisione “Acqui”, dove operò come infermiere. Dopo l’8 settembre del 1943 - come scrive lo stesso Larini in una testimonianza – il suo Reggimento iniziò la lotta contro il nemico tedesco. Larini scampò all’eccidio di Cefalonia, ma, il 23 ottobre 1943, fu fatto prigioniero sull’isola greca. Atene e Salonicco furono le prime tappe di un percorso di deportazione attuato con “mezzi brutali”. Successivamente, dopo ventiquattro giorni di viaggio “con fame e freddo”, Larini giunse a Vilnius, dove fu internato in un campo di prigionia. La fine delle peregrinazioni, però, era ancora lontana: il 9 gennaio 1944 arrivò in Bielorussia, dove fu impiegato per lavori di facchinaggio; dopo quattro mesi, all’avanzare delle truppe sovietiche, i tedeschi lo trasferirono in Polonia, nel campo di prigionia di Marienburg, nei pressi del fiume Vistola. Successivamente, “per punizione”, poiché “simpatizzava per la bella Italia”, Larini fu rinchiuso nello Stalag IB, situato nei pressi di Hohenstein, in Prussia Orientale, dove, “a colpi di legnate e di insulti”, lavorò in un magazzino di proprietà della Wermacht. Nel gennaio 1945, quando i Russi arrivarono a Hohenstein, mentre era in corso l’offensiva sovietica, Larini fuggì dal campo e, a piedi, percorse tutta la Prussia Orientale, con le sentinelle alle calcagna. Arrivato a Danzica, tuttavia, fu preso dai Tedeschi, che lo mandarono a costruire trincee e camminamenti. Pochi mesi dopo, nel maggio 1945, le truppe sovietiche arrivarono a Danzica e, insieme alla città, liberarono anche il ribelle e partigiano Larini.
“Ribelli e partigiani”: è così che Larini, in una lettera inviata al Capitano Apollonio, definisce tutti i compagni, superstiti e caduti, della divisione “Acqui”.
Fonti:
- Archivio ANRP, sezione di Parma
- Database “Lessico Biografico IMI”: https://www.lessicobiograficoimi.it/