Famiglia Schiffeldrin

Famiglia Schiffeldrin
Le pietre sono state posate il 25 gennaio 2022, in Piazza Mazzini (dinanzia al Municipio) a San Secondo parmense.

Le prime tracce di Mosè Schiffeldrin nel territorio italiano risalgono al 1933, quando venne segnalato dalla polizia fascista come “sospettato di spionaggio militare e politico” a causa dei suoi frequenti viaggi in Italia per lavoro, in quanto commerciante di stoffe impermeabili.

Ebreo di origine polacca, dopo aver risieduto per alcuni anni a Vienna e qui aver ottenuto la cittadinanza, si stabilì a Roma alla fine degli anni '30 insieme alla moglie Feigel Haendler, alla figlia Rosa (di cui non si hanno molte notizie poiché pare che nel 1941 riuscì a raggiungere la Palestina) e il figlio minore Kurt. A causa dell'inasprimento delle leggi razziali contro la popolazione ebraica, nel dicembre 1939 la famiglia venne colpita dal provvedimento di allontanamento ed espulsione; tuttavia, trovandosi ancora in territorio italiano, Mosè venne arrestato a Roma nel giugno 1940 e internato nel campo di Ferramonti Tarsia, in provincia di Cosenza, dove fu raggiunto poco dopo dalla moglie Feigel e dal figlio Kurt.

Fu nel settembre 1941 che avvenne il trasferimento a San Secondo parmense dove gli Schiffeldrin vissero per oltre due anni, sino al dicembre 1943, come internati liberi, alloggiando presso l'albergo “La volpe” in attesa di una sistemazione più stabile.

Dai documenti di cui abbiamo potuto disporre, è emerso in maniera evidente come la loro vita quotidiana, quella più privata e intima, venisse costantemente controllata e condizionata da decisioni altrui. A destare particolare preoccupazione nei pensieri della famiglia, fu la condizione di salute prima di Mosè - operato per un'ernia e poi nuovamente ricoverato per un'infezione post-operatoria tra l'autunno e l'inverno del 1941- e, successivamente, di Feigel che subì, tra le altre cose, un'ovariectomia e plurimi ricoveri per emorragie.

Durante la sua permanenza nel capoluogo della Bassa, molto energie Mosé Schiffeldrin le riservò agli innumerevoli tentativi per consentire al figlioletto di proseguire gli studi: alla richiesta di ammissione alla quarta elementare, venne risposto che le leggi razziali in vigore non consentivano la frequenza di un ebreo in scuole riservate ai soli ariani. Il padre tentò quindi la strada delle lezioni private, da tenersi a Parma dall'insegnante ebrea Ulda Camerini, ma anche il permesso affinché Kurt si potesse recare settimanalmente presso la dimora della donna, gli venne negato.

Dopo oltre due anni, nel dicembre 1943, la famiglia lasciò San Secondo e venne separata: Mosè Schiffeldrin venne condotto nel campo di concentramento di Scipione (Salsomaggiore) mentre la signora Haendler e il figlio Kurt raggiunsero il campo per sole donne e bambini, sito a Monticelli Terme (Montechiarugolo). Probabilmente le loro strade si ricongiunsero tra marzo e aprile 1944 quando tutti e tre partirono alla volta di Fossoli (Modena) per poi raggiungere Auschwitz-Birkenau e lì morire sotto la macchina dello sterminio nazista.