Sara Levy

Sara Levy
La pietra è stata posata il 7 febbraio 2023 dinanzi al municipio di Tizzano Val Parma

Sara Levy era solo una ragazza di sedici anni quando varcò i cancelli di Auschwitz. Era molto giovane, ma aveva già sperimentato che cosa volesse dire essere un profugo, essere un perseguitato, essere un internato. Era nata a Belgrado, allora città jugoslava, il 5 maggio 1928, e, con gli occhi di una bambina di tredici anni, aveva visto la sua città cadere sotto i colpi delle armi delle potenze dell’Asse. Allora ebbero inizio le persecuzioni naziste ai danni degli ebrei serbi e Sara, insieme alla famiglia, si mise in fuga e giunse a Spalato, allora città italiana: per i profughi come lei, la vita in fatiscenti baracche era pur sempre preferibile rispetto alla deportazione in campi di concentramento. Nel dicembre del 1941 le autorità italiane inviarono Sara e la famiglia a Tizzano Val Parma, una delle località del parmense scelte per l’internamento degli ebrei stranieri. Lì i Levy furono costretti a seguire le rigide regole imposte dall’internamento libero: avevano l’obbligo di presentarsi tre volte al giorno presso gli uffici comunali per apporre la firma di presenza; non potevano uscire dal comune se non con un foglio di via; erano tenuti sotto stretta sorveglianza e, se non autorizzati, non potevano ospitare loro familiari. Il 2 dicembre 1943 Sara Levy, insieme alla famiglia e a un altro gruppo di ebrei internati a Tizzano, tentò la fuga. L’intervento dei futuri membri della Guardia nazionale repubblicana di Tizzano Val Parma, capeggiati dal segretario comunale Giovanni Scajola, del maresciallo capo Giovanni Masi, di due carabinieri, di tre camicie nere e della guardia comunale fu tempestivo. Sara e gran parte dei fuggiaschi furono subito intercettati; soltanto tre ebrei, tra cui il fratello di Sara, Salomone, riuscirono a sfuggire alla cattura e, grazie all’aiuto di Enrico Bucci, titolare di una ditta di rottami, che li trasportò a Parma a bordo del suo camion, ripararono a Brescia ed evitarono la deportazione. Il 9 dicembre 1943 Sara Levy fu arrestata e inviata nel campo di Monticelli Terme. Dopo tre mesi esatti, il 9 marzo, la ragazza fu trasferita a Fossoli e da lì, il 5 aprile, salì sul convoglio che la condusse nel campo di concentramento e di sterminio di Auschwitz, da dove non avrebbe mai fatto ritorno.