Nato a Parma il 23 marzo 1894, dopo la Laurea in Giurisprudenza iniziò ad esercitare la professione di avvocato nella propria città natale. Fin dai primordi del regime fascista rifiutò ogni compromesso e nutrì un’incrollabile fede antifascista, che compromise irrimediabilmente la sua carriera professionale. All’inizio del 1940, quando la sua vita in città, sotto le pressioni dei fascisti, iniziava a divenire molto rischiosa, si trasferì a Milano, dove trovò un impiego presso l’Istituto Italiano di Previdenza. Nel settembre del 1943, proprio nel luogo di lavoro, ebbe inizio la sua attività di partigiano: inizialmente collaborò con il Comitato di Liberazione clandestino della sua azienda; successivamente, prendendo contatti con il Partito Comunista, iniziò a svolgere un compito che prevedeva il reclutamento, per la Lotta di Liberazione, di renitenti alla leva. Tradito da una spia, Arnaldo Canali fu arrestato nel luglio del ‘44 e imprigionato nel carcere di San Vittore. Da San Vittore fu poi trasferito nel campo di Bolzano, da dove fu infine deportato nel campo di Flossenbürg. Lì Arnaldo morì il 16 novembre 1944, massacrato a colpi di scudiscio.
La pietra è stata posata il 27 gennaio 2021 in strada Saffi 13, Parma.